“L’Africa e i poveri si sono impadroniti del mio cuore”( D. Comboni) 2004

“AU REVOIR MES AMIS”

Voglio cominciare da questa frase perché è l’ultima che mi è stata rivolta dai bambini oggi, ultimo giorno di animazione con loro. Ora ho proprio bisogno di stare un po’ da

solo, con i miei pensieri, le mie emozioni, la mia rabbia, le mie immagini e con una penna e un foglio per renderle scritte, rivivibili quando tornerò a casa. Già, io tornerò a casa e loro resteranno qua; io andrò a lavorare, in palestra, guarderò la TV e i suoi stupidi programmi sdraiato su una comoda poltrona, mi farò la doccia quando vorrò e la sera andrò a bere con gli amici una birra che costa intorno ai 3euro, quasi 4 dollari, un miraggio per molti di loro. La sera andrò a dormire in una stanza tutta mia e mi sdraierò in un letto comodo e la mattina mi sveglierò, farò colazione, userò il bagno e andrò al lavoro ascoltando una bella canzone. Si, io potrò fare tutte queste cose e tantissime altre, mentre loro no; dormiranno tutti insieme, fratelli e sorelle, in una stanza più piccola della mia, sdraiati per terra uno accanto all’altro (di media ogni famiglia ha 8-10 figli), la mattina sporchi come sempre si sveglieranno, andranno a messa alle 6:15 e trascorreranno la giornata portandosi a spalle il fratellino, giocando con una palla che sta insieme grazie ad un miracolo, andranno in cerca di un qualsiasi oggetto in terra per poter giocare altrimenti con ingegnosità lo costruiranno.

Pensate che io addirittura potrò andare in giro per centri commerciali a comprare vestiti che magari neanche mi servono mentre loro continueranno a indossare sempre gli stessi vestiti sporchi, rotti, bucati e di taglie che non sono le loro.

Io a mezzogiorno e la sera siederò a tavola e mangerò rifiutando anche del cibo perché non mi piace mentre loro quando torneranno a casa la sera devono sperare che i genitori, sempre che li abbiano entrambi, abbiano qualcosa da far metter loro sotto i denti. La sera, prima di dormire, le mie preoccupazioni saranno che l’inter vinca lo scudetto, che l’indomani il tempo sia bello e che il lavoro non sia troppo, mentre loro la sera pregheranno affinchè la notte non arrivino i militari a saccheggiare la casa, picchiare il padre e violentare la madre e le sorelle.

E i loro sogni… chissà come saranno!!!!!

Sono due settimane che son tornato a casa ma la mente e il cuore sono rimasti là.

L’Africa è dura, è sconvolgente, è affascinante, è povera e Dio solo sa quanto è povera.

Una volta tornato a far parte del 20% delle persone fortunate in questo mondo, ho compreso subito tale fortuna, avendo in tutto ciò che faccio e che mi circonda un confronto diretto con ciò che ho visto e vissuto.

Ma dentro di me c’è tanta rabbia: a volte mi capita di accendere la TV, vedere il telegiornale e sentire la voce di noti politici che, con quale coraggio ancora, giustificano la guerra in Irak continuando a parlare di terrorismo e dell’11 settembre. Questo a noi ci fanno entrare in testa, le immagini e il continuo ricordare quell’episodio, mentre a loro entrano in tasca i soldi del petrolio e della ricostruzione.

Mi piacerebbe che loro potessero incontrare una sola volta lo sguardo di una donna che ha vissuto la guerra, che magari ha perso il marito, è stata violentata e torturata e ha visto portarsi via di forza il figlio per farlo arruolare nell’esercito. Questa è la guerra che non ci fanno vedere, a noi fanno vedere le poche persone esultanti ma mai le  migliaia che, grazie alle bombe intelligenti, piangono le loro vittime, le case distrutte, gli abusi subiti.

Mi piacerebbe che loro provassero sulla loro pelle cosa significa essere bombardati solo perché sotto di te scorre il petrolio come in Irak, o possiedi oro e coltan (metallo che viene utilizzato nel settore informatico, aerospaziale e nel settore delle telecomunicazioni per la costruzione di computer, cellulari, etc..) come in Congo.

Mi piacerebbe sapere e far sapere come funziona l’informazione; in America con l’attentato sono morte quasi tremila persone e ancora oggi a distanza di tre anni se ne parla quasi quotidianamente; in Congo in meno di quattro anni sono morte più di tre milioni di persone, lo sapevate??

Mi piacerebbe sapere perché il Congo, che vista la ricchezza del suo sottosuolo potrebbe sfamare l’intera Africa, vive nella miseria così come il resto dell’Africa, e di tanti altri stati nel mondo, mentre noi occidentali…

Una volta esisteva lo schiavismo, quello fatto di catene e fruste, forse oggi ne esiste un altro che non ci fanno vedere, quello che rende i ricchi del mondo sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

Mettiamoci in testa che la guerra è sempre un “crimine”, è calpestare i “diritti degli uomini”, sono le tasche piene di pochi per la miseria di molti.

E’ questa la rabbia, sapere che noi stiamo bene perché qualche altro sta male.

Questo è ciò che l’Africa mi ha detto e da cristiano sono certo di queste cose visto che Dio sta con i poveri, ed io con Lui.

Vorrei concludere con una riflessione a me tanto cara:

Se è vero che:     odio genera odio 

allora

amore genera amore

Se è vero che:    guerra genera guerra

allora

pace genera pace

Con questa consapevolezza a voi la scelta!!!!

Alberto

Una voce a chi non ha voce

E’ strano tornare a casa e sentirsi un estraneo ed essersi sentiti a casa in “un altro mondo.”

Questo è quanto mi è capitato di dire spesso al mio ritorno dall’Africa.

Sono stati ventun giorni vissuti intensamente ora dopo ora, minuto dopo minuto condividendo il cammino di tante persone che non sono molto diverse da noi, hanno gli stessi nostri pensieri, bisogni, desideri e aspirazioni ma con la differenza che sono nati in un mondo che altro non gli offre che la guerra, la distruzione e la violenza. E’ proprio vero per capire le sofferenze e le ingiustizie di qualcuno bisogna camminare un po’ nelle loro scarpe. All’insegna del condividere e del mettersi al servizio dell’altro è così cominciata la mia avventura africana.

Ricordo quante raccomandazioni prima di partire e soprattutto l’idea oramai accantonata di poter raggiungere Bukavu, per via del precipitare degli eventi che hanno visto un’ondata di massacri nella zona, la decisione, poi di partire cmq e di restare in Burundi ma appena arrivati la grande sorpresa che le frontiere erano aperte e tutta una serie di coincidenze che ci hanno permesso di oltrepassare la linea di confine e di arrivare a Cimpunda.

Ebbene siamo riusciti ad arrivarci anche se per una strada sconsigliata e ritenuta più pericolosa. Non so come mai ci tenevamo così tanto ad andarci, forse perché chi c’era già stato sapeva che lo stavano aspettando, forse perché volevamo essere segno di speranza tra quella gente che non vede altro che violenza, forse perché personalmente il giorno che ho deciso di fare un’esperienza missionaria nel leggere l’esperienza in Congo ho sentito qualcosa dentro che mi diceva di andare lì e si sa le cose che ti senti dentro a volte non te le sai spiegare ma sai che sono le più importanti da realizzare. Quanto eravamo felici quella sera, nessuno si preoccupava delle trafile burocratiche, dei militari che avremmo incontrato lungo la strada, dei fucili che avrebbero potuto puntarci o della strada ritenuta la più a rischio….non c’è ne importava nulla, sapevamo che eravamo nelle mani di Dio.

Non nego che già dal viaggio l’avventura non si preannunciava facile, ricordo ancora quelle case, quella gente che vedevamo mentre passavamo durante il tragitto. Arrivati siamo stati inondati da centinaia di bambini che si sono radunati intorno a noi nell’arco di dieci minuti.

Subito ho dovuto fare i conti con una povertà disarmante letta, scolpita sul viso di quei bambini. E’ difficile non mettersi in gioco e non lasciarsi trasportare dalle emozioni, un grosso sorriso mi ha ricoperto il volto che ho donato a tutti che non facevano altro che volermi toccare come se fossi un Dio e io mi sentivo un verme nudo, vuoto, disarmato. In una povertà dove non c’è attaccamento alle cose materiali, perché non esistono, ho capito quanto il nostro valore a volte e’ legato a quello che abbiamo, a come appariamo, là non essendoci tutte queste cose apparivi per quello che eri veramente. Da lì è stato come vivere su di un’altra dimensione, mi sono lasciata coinvolgere fino in fondo e forse per la prima volta nella mia vita ho scoperto il valore di donarsi all’altro ed ero felice per quello che ero e non per quello che avevo. Non abbiamo fatto grandi cose ma vederci e stare con loro, farli giocare per loro era come non sentirsi più da soli e abbandonati.

Durante la nostra permanenza abbiamo poi approfittato dei momenti a nostra disposizione per visitare tutti i missionari italiani presenti nei paesi vicini; anche per loro vederci è stato un po’ sentirsi a casa per un attimo. Significativo sentire le loro storie quello che hanno vissuto e soprattutto i racconti degli ultimi massacri di maggio-giugno. Quanta rabbia scoprire che c’è tanta ingiustizia, che non esiste una guerra giusta e tutte le guerre non hanno significato se non politico o per il potere di pochi, e chi ne fa le spese sono le persone comuni che non hanno ne colpa ne pena. E poi quanto si sa di queste guerre? Poco molto poco, e la rabbia raddoppia quando sei là, vedi, senti storie che hanno dell’incredibile e ti senti in un mondo dimenticato dove nessuno sa quello che succede e perché nessuno lo sa? Il perché non lo so forse non ci conviene parlarne, perché nel nostro mondo forse ci interessiamo alle cose solo se abbiamo un tornaconto e se non ci interessano siamo subito pronti e capaci a giustificarle!

Purtroppo quando incontri certi sguardi, certi occhi al limite della disperazione ma che continuano con il loro sorriso a sperare, niente può essere come prima!!!!

Non nego che sono ancora frastornata e mentre cerco di raccontare quanto ho provato mi sembra di rivivere certe situazioni o forse di non essere mai tornata a casa.

Devo dire che gli sguardi, i sorrisi, l’innocenza di quei bambini mi hanno rubato il cuore ed è proprio vero quando sensazioni ed emozioni ti toccano il cuore, non basta un viaggio in aereo per lasciarle ma esse restano dentro di te per sempre insieme alla voglia di ritornarci prima possibile!!!!!

Claudia